MIUR.AOODPIT. .0002915.15-09-2016
Ai Direttori degli Uffici Scolastici Regionali e, per il loro tramite, ai Dirigenti delle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado
All’Ufficio Speciale speciale di lingua slovena
Al Sovrintendente Scolastico per la Provincia di Bolzano
All’Intendente Scolastico per la Scuola in lingua tedesca di Bolzano
All’Intendente Scolastico per la Scuola delle località ladine di Bolzano
Al Dirigente del Dipartimento Istruzione della Provincia di Trento
Al Sovrintendente agli studi della Regione Autonoma della Valle d’Aosta
e, p.c, Al Capo di Gabinetto
Al Capo Dipartimento per la Programmazione e la gestione delle Risorse umane. Finanziarie e Strumentali
Alle Direzioni Generali del Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione
Oggetto: Prime indicazioni per la progettazione delle attività di formazione destinate al personale scolastico.
In previsione dell’imminente presentazione del “Piano Nazionale per la Formazione” si anticipano alcuni passaggi significativi del documento affinché le scuole possano iniziare a pianificare gli aspetti organizzativi e gestionali delle attività di formazione del personale scolastico.
Premessa
La legge 107/2015, come è nolo, propone un nuovo quadro di riferimento per la formazione in servizio del personale docente, qualificandola come “obbligatoria. permanente e strutturale” (comma l24), secondo alcuni parametri innovativi:
a) il principio della obbligatorietà della formazione in servizio, intesa come impegno e responsabilità professionale di ogni docente;
b) la formazione come “ambiente di apprendimento continuo”, insita in una logica strategica e funzionale al miglioramento;
c) la definizione e il finanziamento di un piano nazionale triennale per la formazione;
d) l’inserimento, nel piano triennale dell’offerta formativa di ogni scuola, della ricognizione dei bisogni formativi del personale in servizio e delle conseguenti azioni da realizzare;
e) l’assegnazione ai docenti di una carta elettronica personale per la formazione e i consumi culturali;
f) il riconoscimento della partecipazione alla formazione, alla ricerca didattica e alla documentazione di buone pratiche, come criteri per valorizzare e incentivare la professionalità docente.
Pertanto, il “Piano Nazionale per la Formazione” definisce le priorità e le risorse finanziarie per il triennio 2016-2019 e delinea, a partire dall’anno scolastico 2016-2017, un quadro strategico e operativo per sostenere in maniera trasparente, innovativa ed efficace una politica concreta per lo sviluppo professionale del personale della scuola.
Le priorità nazionali sono inserite in una logica sistemica che considera il quadro di riferimento normativo e culturale in cui le azioni formative si collocano. Infatti:
• il Piano Triennale per l’Offerta Formativa contiene anche la previsione delle azioni formative che l’istituto si impegna a progettare e a realizzare per i propri docenti (e per tutto il personale), anche con modalità differenziate, in relazione alla necessità di realizzare quanto previsto nel Piano stesso:
• il Rapporto di Autovalutazione fornisce una rappresentazione della scuola attraverso l’analisi del suo funzionamento, individuando priorità e traguardi da conseguire;
• il Piano di Miglioramento della scuola, anch’esso parte del Piano Triennale dell’Offerta Formativa, pianifica il percorso per realizzare le azioni previste.
L’obiettivo è la creazione di un sistema di sviluppo professionale continuo, un ambiente di apprendimento “diffuso” qualificato da un insieme di differenti opportunità culturali per la formazione: corsi, comunità di pratiche, proposte di ricerca didattica, esperienze associative, attività accademiche, riviste e pubblicazioni, ecc.
Le priorità
Le priorità della formazione per il prossimo triennio sono definite a partire dai bisogni reali che si manifestano nel sistema educativo e dall’intersezione tra obiettivi prioritari nazionali, esigenze delle scuole e crescita professionale dei singoli operatori. Tali obiettivi, per poter essere raggiunti, saranno sostenuti anche da specifiche azioni a livello nazionale e afferiscono alle seguenti aree:
– Autonomia organizzativa e didattica
– Didattica per competenze e innovazione metodologica
– Competenze digitali e nuovi ambienti per l’apprendimento
– Competenze di lingua straniera
– Inclusione e disabilità
– Coesione sociale e prevenzione del disagio giovanile
– Integrazione, competenze di cittadinanza e cittadinanza globale
– Scuola e Lavoro
– Valutazione e miglioramento.
Ogni area rappresenta uno spazio formativo dedicato prioritariamente ai docenti, ma che coinvolge anche gli altri soggetti professionali (dirigenti, figure di sistema, personale amministrativo). Le priorità nazionali, riferimento per tutto il personale e per lo stesso MIUR, saranno considerate e contestualizzate dai dirigenti scolastici attraverso gli indirizzi forniti al Collegio dei docenti per l’elaborazione, la realizzazione e la verifica del Piano di formazione inserito nel Piano triennale dell’Offerta Formativa.
L’obbligatorietà della Formazione
Le azioni forinative per gli insegnanti di ogni istituto sono inserite nel Piano Triennale dell’Offerta formativa, in coerenza con le scelte del Collegio Docenti che lo elabora sulla base degli indirizzi del dirigente scolastico. L’obbligatorietà non si traduce, quindi, automaticamente in un numero di ore da svolgere ogni anno, ma nel rispetto del contenuto del piano. Tale piano può prevedere percorsi, anche su temi differenziati e trasversali, rivolti a tutti i docenti della stessa scuola, a dipartimenti disciplinari, a gruppi di docenti di scuole in rete, a docenti che partecipano a ricerche innovative con università o enti, a singoli docenti che seguono attività per aspetti specifici della propria disciplina.
Al fine di qualificare e riconoscere l’impegno del docente nelle iniziative di formazione, nel prossimo triennio in via sperimentale, le scuole articoleranno le attività proposte in Unità Formative. Si anticipa che ogni Unità Formativa dovrà indicare la struttura di massima di ogni percorso formativo (attività in presenza, ricerca in classe, lavoro collaborativo o in rete, studio, documentazione, ecc.). nonché le conoscenze, le abilità e le competenze, riconoscibili e identificabili quali aspetti della professionalità docente e quale risultato atteso del processo formativo.
Le scuole riconoscono come Unità Formative la partecipazione a iniziative promosse direttamente dalla scuola, dalle reti di scuole, dall’Amministrazione e quelle liberamente scelte dai docenti, purché coerenti con il Piano di formazione della scuola. L’attestazione è rilasciata dai soggetti che promuovono ed erogano la formazione, ivi comprese le strutture formative accreditate dal MIUR, secondo quanto previsto dalla Direttiva 176/2016.
È punto qualificante della progettazione il coinvolgimento di associazioni disciplinari e professionali, università e soggetti che a vario titolo erogano formazione e che siano promotori di didattiche innovative e partecipate, se coerente con il piano delle scuole o delle reti.
Indicazioni organizzative: reti e scuole-polo
Il contesto delineato, sulla base di quanto previsto dalla legge n.107/2015, richiede una nuova struttura organizzativa con l’obiettivo di rafforzare l’autonomia delle istituzioni scolastiche, sviluppando sinergie e collaborazioni attraverso la costituzione di reti (commi da 70 a 72) finalizzate anche alla realizzazione dei piani di formazione per il personale scolastico, e “… alla valorizzazione delle risorse professionali, alla gestione comune di funzioni e di attività amministrative…”. La nota MIUR prot. 2151 del 07.06.2016. indica le modalità per la costruzione delle reti di ambito e di scopo, fornendo modelli esemplificativi anche per la definizione dei relativi accordi.
Nella citata Nota si esplicita che per “… il raggiungimento della finalità sopracitata, le reti di ambito di una stessa provincia e/o città metropolitana si possono coordinare tra loro e con le articolazioni territoriali dell’USR al fine di affrontare in modo più organico problematiche comuni, coinvolgendo, se necessario, enti locali e o rappresentanze del mondo della cultura e del lavoro. La rete è anche il luogo per razionalizzare e ottimizzare l’utilizzo delle risorse, semplificare le procedure di assegnazione e di rendicontazione delle stesse”.
Le istituzioni scolastiche, soprattutto sulle tematiche formative, hanno da tempo utilizzato le reti per progettare azioni comuni, così come l’individuazione di “scuole – polo” o “snodi formativi” è stata una modalità organizzativa che ha consentito di supportare anche le attività del nuovo percorso rivolto ai docenti neo-assunti nello scorso anno scolastico. Le modalità organizzative suggerite nel Piano per la Formazione riprendono queste buone pratiche e si collocano in continuità con esse. La rete costituisce la realtà scolastica nella quale viene progettata e organizzata la formazione dei docenti e del personale tenendo conto delle esigenze delle singole scuole.
La progettazione delle azioni formative a livello di ambito territoriale potrà assumere diverse forme e prevedere ulteriori articolazioni organizzative, a partire dalle reti di scopo, per particolari iniziative rispondenti a specifiche tematiche o rivolte a categorie di destinatari (neo-assunti, ATA, dirigenti, figure intermedie, docenti di diversi settori disciplinari, ecc.). Nell’ambito della progettazione di ambito è comunque possibile l’assegnazione di fondi anche a singole scuole per rispondere a esigenze formative previste nel piano triennale e non realizzabili in altro modo.
Ogni rete di ambito individuerà una scuola-polo per la formazione, anche non coincidente con la scuola capo-fila della rete stessa. La scuola-polo, in coerenza con le modalità specifiche che saranno scelte dalla rete di ambito per la concreta gestione delle proposte formative e delle risorse, sarà assegnataria delle risorse finanziarie provenienti da fondi nazionali.
Le scuole-polo dovranno garantire possibilmente i seguenti requisiti:
1) favorire una progettazione didattica delle scuole della rete anche su azioni trasversali di formazione per più gradi scolastici, ferma restando la possibilità di costituire reti di scopo;
2) essere disponibili a raccordarsi con l’ufficio scolastico regionale per armonizzare le azioni formative in coerenza con le priorità indicate nel Piano Nazionale per la Formazione;
3) ricercare e sviluppare accordi di partenariato con i diversi enti e soggetti del territorio, al fine di garantire un costante incremento della qualità delle iniziative formative realizzate per i docenti dell’ambito territoriale.
Alle scuole-polo saranno attribuite le risorse finanziarie per la formazione per un triennio, a partire da questo esercizio finanziario (2016). Le scuole-polo, oltre a coordinare la progettazione e l’organizzazione delle attività formative, avranno il compito di garantire una corretta gestione amministrativo-contabile delle iniziative di formazione realizzate dalla/e rete/i di istituzioni scolastiche presenti nell’ambito e di interfacciarsi con l’USR per le attività di co-progettazione, monitoraggio e rendicontazione. Le scuole-polo e le reti potranno avvalersi della consulenza delle strutture tecniche e amministrative dell’amministrazione scolastica, in particolare dello staff regionale di supporto alla formazione.
Attività degli USR
Ogni Ufficio Scolastico Regionale è invitato ad avviare le necessarie interlocuzioni con le istituzioni scolastiche al fine di agevolare una progettazione formativa a livello territoriale che risponda ai bisogni espressi dal personale scolastico, alle esigenze delle scuole, alle priorità strategiche nazionali. A tal fine, si suggerisce di convocare apposite conferenze di servizio con i dirigenti scolastici dei diversi ambiti territoriali e procedere alla composizione di un apposito staff regionale di supporto, in cui siano presenti diverse figure di riferimento per la formazione, a partire dal diretto coinvolgimento dei dirigenti tecnici e del personale scolastico utilizzato, ai sensi dell’ art. 1, comma 65, della legge n. 107/2015. Lo staff avrà inoltre cura di interloquire con ciascuna rete di ambito affinché sia individuata l’istituzione scolastica più idonea a svolgere il ruolo di scuola-polo.
Gli Uffici Scolastici Regionali avranno cura di comunicare all’ indirizzo di posta elettronica formazione.scuola@istruzione.it, entro il 30 ottobre 2016, le scuole-polo individuate cui verranno assegnate le risorse per la formazione.
Attività del MIUR
Con uno o più decreti saranno ripartite le risorse alle scuole-polo, in base ai destinatari delle iniziative formative di ciascun ambito territoriale.
Per ciascun finanziamento può essere prevista una quota non superiore al 3% per le attività gestionali e amministrative svolte dalle scuole-polo a supporto della governance territoriale e per eventuali rimborsi spese, effettivamente sostenute e documentate, dallo staff regionale per lo svolgimento delle attività di analisi e monitoraggio del Piano sul territorio regionale.
Si ringrazia per la consueta fattiva collaborazione.
Il Capo Dipartimento
Rosa De Pasquale