La Basilica di San Fedele e il suo nuovo museo
In alcuni spazi recentemente restaurati della chiesa dei gesuiti milanesi si sviluppa un itinerario artistico e religioso unico nel suo genere, un inedito percorso espositivo, dall’altare alla cripta, passando per la cappella delle ballerine fino alla quadreria.
L’arte cosidetta “sacra” non è morta, come spesso si è detto nel ‘900, ma necessita di una “conversione” del linguaggio e di una attualizzazione del suo messaggio. Per questo
motivo, nella chiesa di San Fedele, progettata nel XVI secolo da Pellegrino Tibaldi, dopo che Lucio Fontana nel 1957 realizzò la Pala del Sacro Cuore, artisti contemporanei del calibro di David Simpson, Mimmo Paladino, Jannis Kounellis, Sean Shanahan e Claudio Parmiggiani sono stati interpellati per riflettere su alcuni temi della fede.
Il nuovo percorso, oltre a comprendere la chiesa, si snoda tra alcuni ambienti già restaurati: la cripta secentesca, il sacello, la cappella delle Ballerine e poi l’imponente sacrestia lignea del XVII secolo e l’antisacrestia con quadri di Ambrogio Figino e Bernardino Campi. A questi si aggiungono da oggi tre nuovi spazi, dedicati ad antichi reliquiari, oggetti liturgici e dipinti: opere di Girolamo Romanino, Francesco Cairo, i fratelli Procaccini, Giacomo Favretto, sono esposte accanto a quelle di Mario Sironi, Lucio Fontana, Mimmo Paladino, Umberto Milani e altri, in un confronto tra antico e contemporaneo e in un dialogo tra le diverse arti, compresa la fotografia con Joel Meyerowitz.
Davanti alla Chiesa