Dopo l’esauriente e mirabile antologica presso il Max Museum di Chiasso, Simonetta Ferrante si è rimessa al lavoro con lo stesso entusiasmo che ha accompagnato la sua avventura creativa degli ultimi decenni, di nuovo esplorando la pluralità dei percorsi intorno alle differenti identità della sua ricerca grafico-pittorica. E lo sta facendo con il suo modo inconfondibile di captare i ritmi del segno, gli equilibri instabili della scrittura visiva, le risonanze musicali del colore, le ambivalenze delle tracce che oscillano nel vuoto, in cerca di mutevoli sintonie con le forze sconosciute del visibile.

Lo stile persistente di Ferrante emerge nelle opere scelte per questa nuova esposizione, con la consueta immediatezza nell’affidare al gesto l’intuizione di segni inafferrabili, spazi provvisori di un alfabeto fluido che esprime le ragioni di un colore inquieto

 

Al valore imprevedibile dei messaggi immaginativi si affida l’artista con il piacere di sperimentare nuove pittografie, tensioni scritturali che prolungano le inquietudini della mente attraverso varchi inesplorati, percezioni dinamiche scaturite dal rapporto simultaneo tra gesto e corpo